Archivi per la categoria ‘formazione esperienziale in natura’

Geo ascensioni

martedì, 27 Dicembre 2022

E’ inutile rincorrere la neve che non c’è, o il ghiaccio provato dal “remòll di fèsti” che si protrae senza fine.

E’ sempre possibile allenare l’esperienza, scegliere percorsi incerti e saperli decifrare, leggere dal vero le relazioni e connessioni esistenti, incuranti del flusso travolgente di informazioni virtuali circolanti.

In pratica riconquistare il senso dell’orientamento e scegliere una direzione, leggendo il terreno, liberi di smarrirsi e di ritrovarsi.

Contattatemi per esercitare dal vivo e dal vero questa scoperta (adatta a tutte le gambe).

Quale guida? #4

sabato, 10 Dicembre 2022

Si può stare al di fuori dal turismo d’avventura pre-confezionato? Evitare “esperienze adrenaliniche” forzate?

Forse è ancora possibile fare un’esperienza in montagna alla propria misura e muoversi secondo quel che sentiamo, dove  c’è da scoprire più che da imparare.

Come?

stabiliamo un contatto diretto e sensibile con l’ambiente naturale

con un reale apprezzamento dei luoghi attraversati, dove le energie si sprigionano liberamente

promuoviamo la consapevolezza di quel che accade, piuttosto che dire cosa occorre fare

proviamo ad usare mezzi più semplici possibili, per render l’esperienza ancor più ricca

si può abbassare il tenore delle salite, guadagnando in qualità

tutti dappertutto non ci interessa

l’avventura si svolge nell’avvenire, nella sua ambiguità, grande e piccola

non è gioco e non è serietà, sta nell’istante imprevedibile che viene

si trova su grandi pareti ma anche in un semplice bosco dimenticato o su una piccola rupe

la percezione della nostra esperienza è la nostra priorità

per ritrovare se stessi

per respirare liberamente (no paesaggi mozzafiato!!!)

per togliere condizionamenti e sensazioni superficiali

liberi di salire oltre il limite degli alberi

guardiamo in alto

abitiamo la montagna

se mi dici chi sei ti dico cosa possiamo fare assieme

E’ possibile evitare torture forzate?
Cambiamo musica?

Montagna dimenticata, fuori dalle rotte, difesa dalle rocce

domenica, 2 Gennaio 2022

Il sentiero nascosto conduce alla montagna dimenticata, fuori dalle rotte, difesa dalle rocce. A turno proviamo a scovare la via, seguire le tracce, intuire il cammino.

Ogni tanto muri e segni confermano il percorso. Esploriamo macigni, rocce, pietraie e terrazzi.

Terrazzamenti realizzati ovunque vi fosse un po’ di terra, aggrappati ai più impervi dorsi rocciosi, negli anfratti, sopra i massi. Incontriamo alberi che crescono tra i muri storti, fodere di muschio e tante vecchie case che raccontano le storie.

Con il terreno privo di neve e vegetazione spoglia ricostruiamo l’immagine della vita di un tempo sulla montagna, un tempo brulicante di vita e di lavoro.

Partiti tra i castagni, ci riposiamo, al sole, tra gli abeti.

Quante cose non siamo in grado di vedere?

domenica, 19 Dicembre 2021

Questa foto scattata in un contesto tutt’altro che naturale, in centro a Milano, pochi giorni fa, racconta quante “cose” nascoste normalmente non siamo in grado di vedere.

Un piccolo indizio che racconta quel che sarà il nostro approccio alla montagna anche per l’anno che verrà, orientato all’ esplorazione, curiosità e ricerca, dove poter sperimentare rischi, imprevisti, errori e scoperte e pure nel tentar di notare quel che non si è mai visto prima..

In fondo è bello accorgersi di non conoscere quel che si pensa di sapere e che l’esplorazione critica apre ovunque, anche in luoghi assai familiari, sterminate ispirazioni e vie di salita.

Continueremo ad allenare soprattutto i “muscoli” percettivi, gli unici in grado di governare la complessità, per  migliorare i nostri sguardi e per far emergere nuove domande utili a svelare nuove connessioni.

Proveremo ancora a perderci, per far spazio all’inaspettato, per imparare a riconoscere ancor più queste montagne e forse un po’anche a curarle.

Sentire prima di sapere

lunedì, 13 Dicembre 2021

Per iniziare a muoversi fuori dalle piste battute, il miglior richiamo possibile del reale è stabilire sin da subito un contatto diretto e sensibile con la neve.

A volte vedere non è sufficiente per aver prova della realtà, infatti le migliori informazioni tattili e spaziali sono raccolte a livello del piede per poi essere convogliate all’istante al nostro cervello.

Solo al buio possiamo percepire al meglio il pendio, la traccia, le continue variazioni della neve, le oscillazioni del nostro corpo, con un contributo fondamentale alla funzione dell’equilibrio e della comprensione di quel che accade mentre ci muoviamo.

Attivare una buona funzione recettoriale vien prima di mille parole o argomentazioni tecniche brillanti, ma spesso ingannevoli…

Solo al buio ci accorgiamo che non sono solo gli altri a fare rumore e che forse l’udito è il senso dell’interiorità.

Quanto impariamo in un fazzoletto di prato muovendoci al buio? Quanto educhiamo l’orecchio mentre un vitello albino di poche settimane  si avvicina furtivo ad annusare nella neve?

Porsi domande

mercoledì, 15 Settembre 2021

Le nostre avventure in montagna sono solo frivolezze? O possono fornire intuizioni di cui possiamo aver bisogno per gestire le avversità del quotidiano?

Scalare è un ottimo fitness “adrenalinico” all’aperto? Oppure può orientare a sviluppare la capacità di prendersi cura di noi stessi, degli altri e dell’ambiente?

In montagna prendiamo continuamente decisioni in risposta alle possibili conseguenze dovute all’esposizione a luoghi intrisi di pericoli? Con consapevolezza o ci affidiamo al caos e al caso?

La consapevolezza di quel che accade dentro e attorno a noi sta alla base del processo decisionale?

Come facciamo a sapere se facciamo buone scelte anche se la giornata è andata bene? (Ci è andata di “culo” o se siamo stati bravi?)

Siamo sempre in grado di agire ispirati e con grazia o siamo più spesso mossi dall’arroganza basata sull’ego?

Può essere utile comprendere più a fondo le decisioni che prendiamo?

Arrampicata sulla Sentinella della vergine, Valmalenco SO

Primo campus esperienziale Vendül

sabato, 11 Maggio 2019

Qui trovate tutte le informazioni

Porsi domande oltre ai buoni consigli

sabato, 11 Maggio 2019

Lezioni in rete, video, manuali e articoli su riviste di settore traboccano di buoni consigli destinati ai neofiti della montagna. Quasi sempre si tratta di ottimi suggerimenti tecnici, corredati da mille ingegnosità pratiche.

A volte però mi chiedo se non valga la pena di cominciare a chiedersi per quale motivo investiamo tempo ed energie per salire in cima alle montagne. George Mallory liquidò abilmente la domanda con una risposta geniale: “Perché sono lì”.

Forse è più semplice provare a spiegare quando è meglio non avvicinarle.

Ad esempio meglio non salirle per assecondare la pressione sociale o la moda del momento, oppure quando la scalata è mossa da una razionalizzazione eccessiva o dall’arroganza di arrivare per forza in cima.

Tutte situazioni che contribuiscono a distogliere l’ascolto di quel che ci circonda, circostanza che amplifica le condizioni di rischio già presenti in parete.

In fondo andiamo lassù per imparare a far fronte in maniera positiva a situazioni anche faticose o difficili, conservando la propria identità, ma soprattutto per accrescere la sensibilità di fronte a luoghi di rara bellezza e alle opportunità positive che la scalata sa offrire.

Così riconosciamo che il rischio e l’incertezza sono uno strumento utile per la crescita e lo sviluppo, personale e umano.

Fare attenzione e ammettere l’interdipendenza di tanti fattori, dagli ambienti fisici attraversati al nostro stato d’animo, sono primo passo per affrontare al meglio la nostra esplorazione verticale.

E’ bello salire le montagne perché abbiamo la possibilità di sperimentare la gioia, la consapevolezza fisica, dei propri miglioramenti, con l’accettazione dei propri limiti.

E ancora neve

domenica, 11 Novembre 2018

Se intendiamo la montagna bianca come qualcosa di diverso da un “oggetto” a disposizione ben gestito,

se muovendoci sulla neve intravediamo la possibilità di conoscere meglio alcuni elementi (neve, Terra, cielo, uomo) tra cui intercorrono relazioni assai complicate,

se dopo esserci informati e preparati ci viene il dubbio che conoscenza ed esperienza aiutano a ridurre una certa quota di rischio e di errori, ma non forniscono certezze, né risolvono tutti i problemi…

forse è possibile ricominciare ad occuparsi non solo di tecnica, ma di fiducia, paura, cura, emotività e “simpatia” con i luoghi, per allenare la propria esperienza sulla neve, unendo l’esplorazione di ambienti naturali assai rari e preziosi con uno sguardo verso il proprio modo di attraversarli.

Scegliere le curve migliori non dipende solo da quante capacità abbiamo o dagli attrezzi che indossiamo, ma da una fitta relazione di aspetti condizionanti: elementi naturali e meteorologici in continua evoluzione, tempo a disposizione per decidere, pressione psicologica, comprensione di ciò che accade, complessità organizzativa, tecnica e umana.

In tal modo proveremo a sciare mettendo a fuoco le relazioni con l’ambiente circostante e sensorialità, utili a ricordare che ciò che abbiamo a disposizione non è smisurato, così da ritrovare un senso della realtà e, perché no, anche del limite.

Destinatari:

-appassionati sciatori, principianti ed esperti, ragazzi e adulti desiderosi di provare qualcosa di nuovo;

-figure di riferimento tecnico e organizzativo di scuole sci, sci-club, CAI, gruppi sciatori.

-scialpinisti e sciatori fuoripista.

Luoghi di svolgimento: Valmalenco Gruppi del Bernina e Disgrazia.

Contattatemi per saperne di più.

 

L’aula migliore è fuori 3

venerdì, 26 Ottobre 2018

Trasportare l’aula in questi luoghi facilita la comprensione della complessità, aiuta a prestare attenzione alle dinamiche, alle relazioni. Qui è possibile favorire adattamenti, l’apprendimento e incoraggiare la condivisione di responsabilità. Grazie a Kong per la fiducia accordata a Vendül.
#VendülFormazione
#laulaMiglioreèFuori