Il vecchio topo di roccia del Monte Analogo

“Tutto il fianco della montagna, che non era ancora tagliato dalla grande cascata, crollava, scoppiava, precipitava in valanghe di pietra e di fango. […] Per molti giorni le frane, gli scaturimenti di acqua e di fango, gli smottamenti si succedettero, e noi eravamo bloccati. […] Il vecchio topo che avevo ucciso si nutriva prevalentemente di una specie di vespa che abbondava in quel luogo. Ma, soprattutto alla sua età, un topo di roccia non è abbastanza agile per prendere le vespe al volo; così mangiava soltanto quelle malate e deboli che si trascinavano per terra e volavano con difficoltà. In questo modo, distruggeva le vespe portatrici di tare o di germi che, per eredità o per contagio, avrebbero diffuso, senza il suo intervento inconsapevole, numerose malattie nelle colonie di questi insetti. Morto il topo, queste malattie si propagarono rapidamente e, la primavera seguente, non c’erano quasi più vespe in tutta la regione. Ora queste vespe succhiando i fiori, assicuravano la loro fecondazione. Senza di loro, una quantità di piante che hanno molta importanza nella fissazione dei terreni mobili,”

Ultima pagina del manoscritto incompiuto del Monte Analogo di R.D.

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