La rivincita della montagna non irregimentata

Il nostro piccolo viaggio nella neve parte dal fondovalle, dalle latifoglie, con sci portati a spalla per vecchi sentieri che salgono ai monti.

In marcia si incrociano meraviglie, gli abeti che si fanno via via più imbiancati e il suono del Turéc che sta finalmente iniziando a gelare.

Il viaggiatore della neve non ha fretta.

Assaporiamo le ultime luci con l’aria fredda che pizzica il naso mentre rispolveriamo un po’ di tecnica di discesa zigzagando tra larici radi e i morbidi prati di Ciàasc.

Il nostro rifugio sicuro è un rustico locale in una cà de munt, inalterata dagli anni ’30 del ‘900, con stufa, branda e candela.

La zuppa, preparata con acqua di fusione, accompagnata con pane e formaggio, si trasforma in una cena sontuosa.

Presto il  gelo di gennaio ricama di ghiaccio i piccoli vetri della finestra, siamo stanchi abbastanza da rendere i nostri giacigli assai comodi.

Lo stupore esplode a più riprese quando, usciti dal bosco verso la luce, incrociamo i primi raggi di sole verso i Ciàn di Camàni e poi su, verso il Sass Biànch.

E’ la rivincita della montagna non  irregimentata.

Qui si impara ad esser veri viaggiatori, non turisti da resort.

Ci lasciamo scivolare, inebriati nella neve zuccherosa, con le ombre lunghe di Zana che danno spessore al silenzio.

Ripelliamo verso la Bosio e i Rài, in una traversata di paesaggi, con il sole che va scomparendo e un’armonia che ci portiamo a casa.

P.s da gennaio a marzo si organizzano viaggi nella neve nei campi da sci di Arcoglio e Zana, contattatemi per saperne di più.

Grazie a Paolo per le foto!

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