Quale guida?

Chi si rivolge ad una guida spesso lo fa per essere accompagnato ed imparare le tecniche relative a tutte le attività che si possono fare in montagna.

Forse non tutti sanno che accanto alla possibilità di imparare a muoversi con disinvoltura sulle rupi, conoscere ed adottare le migliori metodologie, esperienze ed ingegnosità pratiche, vi può essere anche l’opportunità di scoprire un mondo al quale gran parte delle persone hanno voltato le spalle.

Così le montagne possono trasformarsi in un rifugio prezioso, un toccasana contro gli aspetti disorientanti di un mondo che corre, spesso senza limiti, sino a diventare persino utili a soddisfare il bisogno crescente di un “ritorno a casa”.

Fare luce su dettagli minori, quelli che a prima vista possono sembrare di poco conto, non può che rendere più profondo il significato dell’esperienza.

E’ un’occasione per comprendere i luoghi, la loro identità, arrivando a cogliere non solo pochi istanti come un bel panorama o la foto di vetta da “postare”, ma estendendo la comprensione di quel che accade e ci circonda nel tempo, andando oltre la ricerca d’avventura e del fitness svolti entro scenari gradevoli.

La riattivazione di un’intimità fisica con gli ambienti attraversati, mentre arrampico, scio o cammino, consente di risvegliare un piccolo istinto selvatico dimenticato, l’unico capace di far cogliere più informazioni, per comprendere in profondità un territorio, senza dimenticare la dimensione “curativa” e benefica della relazione con spazi mai completamente decifrabili come le montagne.

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