Perdermi m’è dolce

Al giorno d’oggi, con il proliferare di GPS tascabili, da polso, waypoints, rotte scaricabili da internet e di Google Earth, perdersi è certamente considerato come un inutile spreco di tempo. Una moltitudine di informazioni consentono al moderno alpinista di conoscere con grande dettaglio percorsi di avvicinamento e relazioni di salita. Su blog e forum imperversano relazioni, foto e video. Conosciamo con anticipo qual’è il passo chiave di una via, se è asciutto o bagnato e quale misura di friends usare. Paradossalmente arriviamo in certi casi ad impegnare più tempo ed energie per capire dove ci troviamo rispetto a quello che abbiamo letto o visto in precedenza, anziché concentrarci sulla nostra progressione verso l’alto, cogliere l’eccezionalità del nostro cammino ed entrare in sintonia con l’ambiente che ci circonda. Così facendo molto spesso perdiamo una preziosa occasione di conoscenza. Una perdita consapevole della via acuisce invece i nostri sensi e spesso ci rende più ricchi e soddisfatti, oltre a farci addirittura arrivare qualche volta prima a destinazione! Mic

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