Cà di sciur al lago Palù

Dopo aver visto Piazza Affari e il Palazzo Mezzanotte a Milano addobbato con i colori Ferrari, mi chiedo perché non sia possibile riappropiarsi della consapevolezza dei propri luoghi, anche attraverso la fiera esibizione della Ca’ di Sciur in riva al Lago Palù, con i graffiti del Mezzanotte dei primi del ‘900 che ne decorano le pareti, mettendo al bando la vagonata di rappresentazioni folkloristiche e finzioni delle tradizioni perdute. Intanto abbondano le promozioni indifferenziate e inconsapevoli del fatto che ciò che si offre non è un “ambiente” qualsiasi dove si svolgono attività “seriali”, ma luoghi con una fisionomia particolarissima, con modi d’uso e con precisi stili di comportamento. Così si alimenterebbe quell’esperienza turistica che tutela la “differenza”, quello di cui il vero viaggiatore va in cerca.

p.s. Circa un secolo fa, per la corrispondenza dalla Valmalenco, si poteva scegliere una cartolina con i graffiti del Mezzanotte (per gentile concessione foto archivio Franco Parolini)

Un Commento a “Cà di sciur al lago Palù”

  1. Sabrina ha detto:

    Non sapevo delle cartoline e neanche dell’archivio di Franco Parolini. Mi piacerebbe vedere questo pezzo di storia del turismo della valle recuperato completamente e riutilizzato per un rilancio della cultura per un turismo naturalistico di qualità che sia consapevole dell’ecosistema fragile in cui si muove.
    Non voglio smettere di sperare ma ogni anno la casa cede al peso degli anni e dell’abbandono.

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