Felicita, meglio nota come zia Cici, raccontava spesso delle estati trascorsi alla Marinelli ad accogliere alpinisti ed avventori a cavallo tra le due guerre. Cuoca raffinata e lavoratrice instancabile, da ragazza era addetta al trasporto dell’acqua che un tempo era prelevata dalla scaturigine alimentata dalla fusione delle nevi, posta tra le pietraie molto più a valle del rifugio. Acqua che veniva trasportata a spalla, per mezzo del “bagiul”, un arnese di legno con due ganci alle estremità che serviva per portare sulla spalla in perfetto equilibrio due secchi di acqua insieme…