Il vento umido soffia da sudovest, piove a oltre 2000m e camminiamo al limite della neve. L’aria profuma d’inverno anche se l’erba, non ancora aggredita dal gelo, non è completamente ingiallita, alcune rade chiazze di neve sono costellate di impronte di gallo forcello, dalla caratteristica forma a tre punte. Il bosco rado di larici e gembri termina bruscamente sull’orlo dell’enorme nicchia di frana della Val Pola in Alta Valtellina. E’ passato oltre un quarto di secolo da quando metà della montagna in pochi istanti è precipitata a valle. Qui periodicamente eseguo dei rilievi e misure per verificare lo stato di salute della montagna. Anche con gli strumenti tecnologici più sofisticati l’occhio umano e l’attività sul terreno restano indispensabili per acquisire tutte le informazioni utili. Mettere il piede sul ciglio del baratro fa percepire la grandezza della natura e l’inadeguatezza della nostra arroganza, quando vogliamo dominare la montagna a comando, costruire ovunque e comunque o invocare sicurezza dovuta e pretesa ad ogni costo. Mettere il piede sul ciglio della grande frana sarebbe una visita assai istruttiva per tanti. Mic