Jimi Hendrix e caos geologico sulla Cima di Vazzeda 3301m

Una leggera pioggia e il vento a tratti burrascoso da nord rendono l’avvicinamento al rifugio Del Grande Camerini quasi piacevole, non si suda e l’aria profuma di larice e dei mille fiori delle pasture d’alta quota dell’alpe Vazzeda. Il rifugio è appollaiato sopra la Val Sissone, proprio di fronte alla nord del Disgrazia: un luogo incredibile, meglio di un hotel pentastellato. Siamo gli unici ospiti, ben accolti da Giovanna e Stefano, simpatici e gentili gestori volontari che a turno presidiano la capanna. La serata è allietata dai racconti appassionati di Stefano, testimone oculare delle performance musicali di Jimi Hendrix al Piper di Milano nella sua unica esibizione italiana del ’68 e dei leggendari raduni “Re Nudo Pop Festival” di woostockiana memoria dei primi anni settanta al Parco Lambro…Il giorno successivo all’alba puntiamo verso la nord-est del Vazzeda, per un’incursione d’autentica archeologia alpina su una parete pochissimo percorsa dove regna un vero e proprio caos geologico, un album petrografico a cielo aperto difficilmente eguagliabile. Scisti scuri, graniti a fenocristalli chiari e marmi dolomitici si alternano ad ogni metro, tagliati da sciami di filoni aplitici e metasomatici. Questa gran varietà litologica nasconde però una certa fragilità della roccia, che tradotto in termini alpinistici significa “marcio” assicurato! E’ un terreno assolutamente demodé, privo di difficoltà tecniche se confrontato con gli standard odierni, ma che richiede delicatezza e gran fiuto nello scovare la linea migliore. Il nostro girovagare avventuroso tra paretine, cengie detritiche e filoni si arresta sotto la bianca torre sommitale, meglio conservare attenzione ed energie per individuare la via del rientro verso il più solido sperone sud est, via comune alla montagna..Alla fine, non senza qualche acrobazia, scavalchiamo la crepa terminale e rimettiamo i piedi sull’ampio ghiacciaio sottostante detto Platté di Vazzeda…Mic

 

 

 

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