Si potrebbe obiettare che questo genere di attività andrebbe confinata nell’età della “stupidera” (adolescenza) e questo è ragionevolmente vero soprattutto per le pesanti sollecitazioni articolari connesse alla pratica del bouldering. Ciò nonostante, ricordando le belle parole di Alberto “le guide alpine che conosco non riescono a vivere la loro professione come un mestiere: la vedono come la proiezione adulta di un’attività ludica, iniziata da ragazzi e miracolosamente trasformata in un lavoro di alta responsabilità”, consumarsi i polpastrelli su un insignificante masso di fondovalle è una piacevole attività di svago oltre che prezioso allenamento specifico.
Il nome del passaggio, coniato dall’istrionico primo salitore Jacopo Merizzi sul finire degli anni ’70, è in piena sintonia con lo spirito dissacratorio in voga in quegli anni. Mic