“Temp caca!” come avrebbe detto il mitico Carlino, il cliente più pirotecnico che mi sia capitato, morto per una indigestione di lumache sul finire del secolo scorso e al quale prima o poi dovrò dedicare un “pizzino” postumo. Mentre questo benedetto anticiclone delle Azzorre non sembra proprio regalarci un po’ di bel tempo, mi consolo pensando che questa è stata, di tutta la mia carriera, la stagione con il maggior numero di richieste da parte del gentil sesso. Segno forse che mi considerano ormai poco o nulla pericoloso?! Elena, con la quale lunedì 26 luglio ho salito Cochise-Kunda, è la vera donna del Far West, quella che dopo la sparatoria contro gli indiani, prende in mano il carro con il leggendario telone bianco e prosegue indomita verso la terra promessa. Sfidando infatti gli anatemi materni (finirai a mangiare lucertole impanate!) una ventina di anni fa la nostra ha creato dal nulla, in un alpeggio abbandonato del triangolo lariano una azienda agrituristica, dove vive con figli e compagno, circondata dai suoi bellissimi cavalli, un gregge di capre e una nidiata di galline ovaiole che disseminano i pascoli di uova Bio al 100/100. Emozionata come una ragazzina al saggio di danza ha via via acquistato confidenza con l’arrampicata mellica , prima sulle ripide placche di Cochise per poi cavalcare con grandi falcate i diedri dell’arco di Kundalini, sorpassando, neanche a dirlo, tutte le altre cordate. Morale della favola: sarà pure una stagione sottotono(non sono ancora salito sopra i 2000 metri) ma è sempre un vero piacere legarsi alla corda con una bella guagliona . Masescu